Parlamento italiano live sonorizzato da ONOREVOLI
Questo è un gioco senza premi, che si sappia una volta per tutte. È anche il frammento di una tavola della legge la cui osservanza garantisce una perenne inutilità, che è la maggiore delle dannazioni. Forse, ma il beneficio è formale, si tratta perfino dell’attestazione di una seconda morte, anzi di una morìa fenomenale, quella di tutti i giudici. È una tavola della legge a giudici estinti. È anche una lista. Un libro nero e un libro rosso. Un libretto distruzioni. Un libro dorè. Con la preghiera di aggiungere la vostra, la nostra voce. Si chiama Onorevoli ed è tutte queste cose italiane. Questo è anche un gioco senza nomi, di conseguenza i punteggi migliori rilevano l’azione ma non il soggetto. Ecco i punteggi migliori. Con quindici secondi (contaminuti luce nemmeno azionato) si fabbricano milioni di poeti e alcune decine di migliaia di scrittori che scavalcano allegramente le molteplici atmosfere di silenzio osservazione e apprendimento necessarie per produrre il primo pensiero. Le opere che ne derivano, avallate nei luoghi appositi della cultura da apposite persone lì collocate in trenta secondi (contaminuti luce intiepidito) spalancano il sesso dell’immagine televisiva e cinematografica, che le usano per avallarsi allegramente dalle molteplici atmosfere di silenzio osservazione e apprendimento necessarie per produrre il primo dibattito e il primo film. Con tre secondi si fabbrica un opinionista specializzato, con due secondi si fabbrica un tuttologo. Per mettere il premio a questo gioco italiano senza premi si acquistano (non costano nulla) pitturanti e dentisti che suggono e estraggono un po’ di dolore visibile, un po’ di dolore monetizzabile, perché l’Italia è un Paese Democratico e ci deve essere spazio per tutti. In un secondo arriva un politico. Il politico non è ancora fabbricato al momento dell’atterraggio. Fa un discorso elaborato, ma premette il ricordo dei Padri. E adesso un attimo di pausa: devo masterizzarmi, devo clonarmi, devo dedicare un pensiero a dio. I Padri sono statisti e conoscono bene la superstizione. Viene inaugurato per l’occasione un nuovo salotto pubblico. Alcune nuove parole vengono spese per fare entrare nello score nuovi soggetti, perché l’Italia è un Paese Democratico. Si fabbricano (contaminuti luce a bagnomaria) tecnici del suicidio, catastrofisti della famiglia, mammografisti, idraulici sociologi, borsisti, happyhouristi. L’indignato vince come figura professionale. Guadagna in bonus tremila lemmi e viene convocato dalle apposite persone per la stesura di un apposito dizionario dell’indignazione dalla cui lettera A verrà tratto uno sceneggiato televisivo, B un album concept, C un nuovo governo, D un kolossal, E un breviario di ingratitudini. Lo sceneggiato verrà commentato, l’album duplicato, il governo ricordato, il kolossal anatomizzato, il breviario accolto dalla santissima chiesa. Qualcuno ballerà a cosce larghe tra un respiro e l’altro e in quell’intercapedine la giuria dei morti risistemerà la classifica degli Onorevoli. Dio è italiano.
Clicca qui-Guarda e ascolta il brano. Dio è italiano Testo di Luca Ragagnin, musiche di Mendo e Luca Tartaglia.
Questo gioco senza premi o tavola della legge è molto noioso e, nonostante l’apparente comicità, ha anche inequivocabili caratteristiche di dramma ottuso. Quindi questo è anche un gioco di ruolo, un trucco dimostrativo, un campionario di deformità involontarie, un’applicazione fintoinnocua della morte della dignità umana.
Perciò è così spassosa.
Così fantasiosa dopo la morte della vera fantasia.
Funziona a tempo, con un contaminuti a luce, perché la luce è così repentina che, pur non percependola più da sessant’anni, ci serve tuttora come unità di misura.
La categoria e il catechismo (l’Italia è un Paese Democratico) ma non il cantore.
Arrivano i Padri sotto forma di ectoplasma, e con loro lo Stato, che si riforma ogni nove secondi.
Fanno dei gesti davanti alle telecamere, gesticolano.
Gli storici allora ricordano il tremito della mano nascosta dietro la schiena dell’uomo tedesco in quel filmato impressionante di tanti anni fa.
Vengono fabbricati per l’occasione nuovi milioni di poeti della memoria e la memoria viene spiegata in tre secondi da un nuovo opinionista specializzato, in due da un tuttologo.
Innanzitutto entra un anglista filosofo, poi via gli altri.
L’anglista s’indigna, poi s’indignano tutti.